COOP. Arriva la cola equa e solidale, si chiama Ubuntu e aiuta le popolazione africane
di Lucia Ritrovato

Ha qualche bollicina in meno dell'originale, tanto zucchero di canna e poca caffeina. Disseta, fa meno male e aiuta le popolazioni africane. è la nuova ed unica al momento sul mercato italiano, Cola equosolidale, arrivata solo due mesi fa grazie all'intraprendenza del neo imprenditore Davide Bertelli e alla sua voglia di «investire in qualcosa di utile e di alta qualità».

Si chiama Ubuntu e fa il verso, per quanto può, ai fratelli giganti Coca Cola e Pepsi e tenta di far dimenticare le brutte vicende legate alla primogenita bibita solidale, la Mecca Cola, scomparsa dal mercato per "politically incorrect".

Più nera della vera
«Più nera della vera» è il claim originale che la cooperativa sociale Vagabondi di Formigine in provincia di Modena, si è inventata per pubblicizzarla e venderla nel Paese. «Più nera» in tutti i sensi, visto che viene prodotta con lo zucchero di canna delle piantagioni di Malawi e Zambia. «è proprio questo il motivo che mi ha spinto» – racconta Davide - «verso questa avventura: la possibilità concreta di aiutare dei lavoratori come i tagliatori di canna da zucchero permettendogli di guadagnare onestamente e di più. Oltre a poter vendere qui in Italia un prodotto diverso e a dare un senso pieno al mio lavoro». Ubuntu, prodotta da due anni in una piccola azienda del nord dell'Inghilterra, gode del marchio Fair Trade che caratterizza le merci provenienti dal cosiddetto Terzo mondo, ed è in commercio in Gran Bretagna, Irlanda, Svezia e Norvegia. «Io l'ho assaggiata per la prima volta a Dublino da un mio amico che lavora per Amnesty International. Mi ha stappato una bottiglia, ho bevuto e gli ho detto: ma che coca cola mi dai? è strana ma molto buona. E lui: stai bevendo Ubuntu dovresti esportarla in Italia». Da una battuta lanciata a caso è partito invece il progetto reale di Davide che è riuscito a coinvolgere altri 5 amici.

Una bevanda equa
«Siamo partiti da zero» – spiega - «mettendoci del nostro, decidendo di investire in qualcosa di valore. l'utile per il momento ce lo sogniamo visti anche i costi di importazione e trasporto, ma sappiamo che il 15% di quello che guadagniamo va ai coltivatori africani e alle loro comunità. Questo modo di fare economia non viaggia sui binari del pietismo, regala dignità a dei lavoratori che si meritano di guadagnare più di 5 dollari al giorno». La commercializzazione per il momento avviene solo nel circuito del commercio equosolidale di tutta Italia. Durante questi primi mesi, coincisi con la stagione estiva, gli improvvisati equo-imprenditori modenesi hanno effettuato 4 importazioni. «Abbiamo venduto tutte le lattine battendo a tappeto mercati, feste, sagre, concerti. C’è stata un'accoglienza incredibile e tanta curiosità».

Ma da dove viene il nome?
Antica espressione del popolo Zulu, Ubuntu esprime un senso di comunità, dove ognuno dipende dagli altri, dove ogni cosa è condivisa e nessuno escluso. Letteralmente, infatti, significa «io sono perché noi siamo», una solidarietà e cura per il prossimo, dunque, già insita nel nome.

La bevanda, che si trova in lattina da 33 cl, in bottiglia di vetro da 2,75 cl e in bottiglia di plastica da mezzo litro, è formata per il 96% di zucchero di canna, senza nessun altro tipo di zucchero sbiancato chimicamente, poi colla vegetale, caramello, estratti di frutta e un minimo quantitativo di caffeina. Anche il prezzo resta equo come il prodotto: varia da 1,30 a 1, 70 euro.

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